La famiglia KeChic

  • Valeria Zanoni

    Questa sono io.

    Grazie ai miei compagni di avventura ogni giorno scopro nuove cose di me…tipo che da grande vorrei fare la cantastorie.

    Non sono sarta ma ho tante idee e mi piace creare sinergie, inventare progetti, intrecciare fili (mentali), coltivare sogni, incontrare persone, fare elenchi infiniti di impressioni da riordinare, pensare veloce e poi tornare indietro per decifrare.

    Ah…so scucire benissimo. Sono la scucitrice della sartoria!

  • Cheikh Diattara

    Lui è Cheikh, il mio socio.

    Partiamo da lui perché senza Cheikh non esisterebbe nulla di tutto quello che vedete.

    È arrivato dal Senegal, da un villaggio bellissimo vicino a Dakar, pieno di sabbia e alberi di mango. A volte glieli vedo ancora negli occhi.

    È un giocatore di pallacanestro, un musicista e – questo lo sapete – un sarto.

    Vive su una sedia a rotelle perché da piccolo ha avuto la poliomielite, ma spesso anche da seduto vede molto più lontano di me. In tutti i sensi.

    Quando penso a Cheikh sento la magia: quella forza prodigiosa e vitale che ci spinge a fare le cose anche se sembrano davvero impossibili.

    Sulla sua storia è stato scritto un libro e adesso che è diventato un “vip” fa un po’ il vanitoso, ma poi, quando ride, è sempre Cheikh.

    È testardo e piuttosto permaloso, ma ha un cuore grande. Per questo, quando l’ho incontrato, ho deciso di non perderlo più.

    E così, come per incanto… è nato KeChic!

  • Keita Kanedi

    Ecco Keita, il nostro primo sarto, il primo che siamo riusciti ad assumere, intendo. Per KeChic è stata una vera conquista. Alla fine del suo tirocinio lo abbiamo voluto con tutte le nostre forze, ma visto che in quel momento di forze ne avevamo veramente poche, abbiamo chiesto l’aiuto di tutti.

    All’inizio con un po’ di vergogna, poi quasi senza ritegno. È nata così una raccolta fondi straordinaria, una catena di solidarietà che ci ha sostenuto, incoraggiato, motivato e infine ha permesso a Keita di firmare un contratto con KeChic nel marzo dello scorso anno. Un autentico miracolo.

    Keita è capitato da noi quasi per caso, tramite Eleonora dell’Associazione Cena dell’Amicizia, e subito ce ne siamo innamorati. È arrivato in Italia dopo un viaggio terribile dal Mali e tutte le volte che lo guardo rimango sconvolta pensando al suo coraggio e alla sua tenacia. Raramente racconta qualcosa dell’inferno che ha dovuto attraversare.

    Parla poco, ma quando lo fa ci lascia sempre a bocca aperta. Spesso è difficile capire cosa stia pensando, ma con Keita è bello stare anche in silenzio. A tratti è cupo, altri giorni solare.

    Può dire all’improvviso cose che fanno morire dal ridere, tanto che a volte, quando la sera sono a casa, mi capita di ripensarci e continuare a ridere da sola.

    Keita adora le fragole e per merenda mangia zuppe di latte e biscotti.

    È fortissimo e lavorerebbe sempre, anche la domenica. Adora i cappellini con la visiera, le bibite e i succhi di frutta dolcissimi che spesso ci regala. Che fortuna averlo incontrato!

  • Assane Saw

    Lui è Assane, l’uomo del mistero.

    Sì, perché appare e scompare, dice e non dice, è sempre incasinato e in fase di trasloco con sacche e zainetti. È nostro amico già da un po’ e gli vogliamo bene, anche se ci disordina sempre i cartamodelli e arriva spesso in ritardo.

    Dovrebbe fare il sarto a tempo pieno perché è davvero bravo, ma alla fine per un motivo o per l’altro si trova sempre in mezzo ad altri lavori.

    Con lui si può stare tranquilli, padroneggia questo mestiere con disinvoltura e ha molto senso pratico.

    È chiacchierone e ama scherzare, si diverte a prendere in giro Keita. Non ho ancora capito se è davvero un “bayefall” o lo diventa solo in Senegal.

    Cucina benissimo e quando arriva in sartoria spesso porta una borraccia profumatissima di caffè touba bollente che beviamo tutti insieme e con quel suo aroma intenso di liquirizia e chiodi di garofano si addolcisce qualsiasi giornata.

  • Mustafà Kone

    Ecco Mustafà, l’ultimo arrivato, “Le Petit”.

    È con noi grazie a un tirocinio proposto da Mediafriends e Soleterre.

    È molto giovane e, come Keita, arriva dal Mali, approdato in Italia ancora bambino.

    Mustafà è timido e quando gli chiedi qualcosa di troppo personale scoppia a ridere.

    Ama però essere fotografato e bisogna ammettere che è molto fotogenico.

    Ha un adorabile ciuffetto in mezzo alla testa, un dettaglio che lo rende simpatico e lo fa sembrare il personaggio di un cartone animato.

    Del gruppo è il più goloso, dopo di me ovviamente… per cui quando voglio mangiare qualcosa in compagnia, senza sentirmi troppo in colpa (tipo focaccine con le olive o pasticcini farciti di crema gialla in pieno pomeriggio) sono sicura di avere Mustafà dalla mia e si smezza. È il mio vicino di banco e tutti i giorni quando entra in sartoria si lamenta divertito perché vede la postazione invasa dalle mie cose. Si, in effetti io sono la disordinata numero uno. Ma anche Mustafà non scherza…

    Migliora di giorno in giorno grazie ai sarti che lo aiutano. La camicia da uomo è il suo pezzo forte.

    Spero tanto che in futuro possa restare con noi.

  • Orith Kolodny

    Ed ecco Orith, la nostra super grafica e carissima amica.

    Abbiamo rischiato di diventare parenti quando, da piccolini all’asilo, suo figlio e mia figlia si sono “innamorati”. Che ridere, ogni tanto ce lo ricordiamo.

    Orith è israeliana, di un’intelligenza e cultura rare. Ha tanti doni e certamente una capacità incredibile di vedere il mondo in maniera sintetica e, appunto, lineare.

    Credo che Orith pensi per simboli e trasformi in automatico le cose che incontra in forme e colori. Spesso invidio la sua lucidità e chiarezza, io che mescolo e ingarbuglio tutto per natura.

    È molto decisa e sicura, ma sa mettersi in discussione. Così a volte parliamo di qualcosa e lei, magari dopo giorni, arriva in sartoria e dice: “Ci ho ripensato e…”, ed ecco l’idea geniale.

    È profonda su tutto e per questo a volte sembra distaccata. Perché è più sotto e più dentro le cose di quanto immaginiamo, ma quando poi torna a galla (come un pesciolino) eccola lì in tutto il suo splendore. Orith è una delle persone più generose che io abbia mai conosciuto ed è una certezza, c’è sempre. Il logo di Kechic è suo. E di chi, se no?!